Dur-an-ki – Recensione dell’ultima opera del maestro Kentaro Miura

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In Breve...

Dur-an-ki si presenta in un volume unico, basato su un prodotto di Kentaro Miura ed insignito dall'abilità artistica dello Studio Gaga, davvero eccezionale.

Dur-an-ki, il manga più recente di Kentaro Miura, pubblicato in Giappone sulla rivista Young Animal Zero della casa editrice Hakusensha, giunge finalmente in Italia grazie alla Planet Manga, già editrice della celebrissima serie di Berserk dello stesso autore.

L’ultima opera prodotta dal maestro Kentaro Miura. Un volume unico che racchiude i sette capitoli di cui è composta la storia, insieme ad una corposa raccolta di materiali extra inediti su Amazones, il progetto che ha ispirato Dur-an-ki.

Foto di @anerddiary su Instagram. In alto a sinistra si intravedono i due volumi della nuovissima edizione deluxe di Berserk edita dalla Planet Manga.

La trama

La storia segue le vicende e avventure di Usumgal (con un preciso riferimento al personaggio della mitologia sumera Isimud), un essere che non si può definire una divinità ma neanche un essere umano, che non può essere classificato come uomo o donna, in una terra antica e ricca di dettagli fantasy.

più nel dettaglio…

La narrazione parte mostrandoci la nascita del protagonista, plasmato con l’argilla per mano di due divinità. La piccola creatura, appena messa al mondo, viene denominata dal suo creatore, il Dio serpente drago, “Usumgal” per poi essere affidata ad un’altra divinità con l’obiettivo di disperderlo in un luogo lontano da occhi indiscreti dove egli non potrà facilmente essere rintracciato da altre divinità minacciose. Usumgal verrà qui trovato da due anziani signori che lo cresceranno come proprio adorato nipote.

“Usum… “unico”. Gal… “grande”. Insieme, Usumgal… drago.”

Realizzazione e trasformazione: da Amazones a Dur-an-ki

Prima della scrittura di Dur-an-ki, come abbiamo sopraenunciato, vi era un progetto che già circolava dal 2015 in redazione ed era Amazones. Durante la pubblicazione di Berserk, il maestro Kentaro Miura iniziò a progettare una nuova serie. Questa sarebbe dovuta essere incentrata su un liceale moderno costretto ad affrontare il mondo dei miti antichi. In sostanza, ad oggi lo chiameremmo un manga di genere isekai. Tuttavia, col passare del tempo, questo tipo di narrazione, che inizialmente poteva sembrare basata su un’idea originale, divenne sempre più scontata e ciò in virtù del successo che iniziarono ad avere gli isekai, fino a divenire un vero e proprio genere a sé.

Il risultato, dunque, del progetto iniziale di Amazones, fu totalmente stravolto, fino ad essere trasformato nella storia di Dur-an-ki, ambientata in un mondo mitologico autentico.

Poster contenuto all’interno del volume unico di Due-an-ki, raffigurante il personaggio di Usumgal.

Un progetto destinato ad interrompersi

L’opera era inizialmente serializzata dalla rivista Young Animal ZERO. Tuttavia, i membri dello Studio Gaga e la redazione di Young Animal, decisero poi di lasciarla incompiuta.

Purtroppo non ci sarà mai dato sapere come si evolveranno le vicende di Usumgal e dei suoi amici. Tuttavia, forse è giusto così. Non è forse vero che la mente di ognuno di noi è in grado di partorire fantasie, speculazioni e scenari fantastici infiniti? Non è forse anche questo il senso della letteratura? Quello di provare ad immaginare, a completare con la propria mente un racconto. Credo sia questa la reale eredità lasciataci dal grande maestro Kentaro Miura.

Riferimenti alla natura bellica dell’uomo

Quando è che per voi un manga tocca l’apice della bellezza? Forse quando l’eroe protagonista sconfigge il cattivo? Oppure quando i disegni sono di livello altissimo?

Ognuno ha un proprio metro di giudizio per valutare la lettura di un manga così come per qualsiasi altra cosa nella vita. Per quanto mi riguarda, la reale bellezza, l’apice della lettura si raggiunge nel momento in cui da questa si apprende qualcosa, che sia un insegnamento o una verità. In questo caso, mi riferisco all’emblematico discorso che Usumgal intrattiene con suo nonno, circa il costrutto di guerra. Usum non ha bene idea, essendo cresciuto su un mondo sperduto ed evitato dagli abitanti delle città adiacenti, cosa possa essere la guerra. Così, ingenuamente, chiede spiegazioni al proprio nonno. Da qui parte un breve dialogo tra i due. Dialogo in cui l’innocenza e l’orrore della guerra e dell’esperienza si scontrano.

“In tempi remoti centinaia di migliaia di persone si scontrarono facendo tremare la terra, rubandosi la vita a vicenda. Una visione terribile, anche per l’uomo più coraggioso. I popoli sconfitti in guerra perdono tutto. I corpi vengono lasciati agli elementi e i superstiti messi al gioco come schiavi. E’ lo spettacolo più disgustoso e abominevole che gli uomini possano mostrare al mondo.

“E perché lo fanno?”

“Se l’avversario è debole, lo disprezzano e lo schiacciano. Se è forte, lo temono e lo invidiano. Gli uomini hanno questa malvagità in loro. E più fanno gruppo, meno si moderano. Gli uomini sentono affetto verso le persone che vedono e hanno vicine ma non riescono a provare lo stesso sentimento verso i gruppo lontani.

Riflessione personale circa l’aspetto psicologico della lettura

“Caro Signor Freud […]” scriveva Einstein “la domanda è: c’è un modo per liberare gli uomini dalla fatalità della guerra?”

Perché la guerra? (Warum Krieg, 1933) è una raccolta di lettere tra Albert Einstein e Sigmund Freud sulla natura della guerra e dell’aggressività umana come componenti della psicologia degli esseri umani.

Leggendo Dur-an-ki, mi è venuto in mente il riferimento a quest’opera. Sarà che sono appassionata di psicologia, ma c’è davvero qualcosa di più bello, per un appassionata come me, di quando vengono chiamate in causa questioni concernenti la natura psicologica dell’essere umano? In un dialogo così breve sono riuscita a rintracciare tanti tasselli della psicoanalisi freudiana e non solo che mi hanno accompagnata lungo il mio corso di studi. A partire dall’interessantissimo carteggio tra Einstein e Freud, passando per il saggio Psicologia delle masse e analisi dell’Io fino ad arrivare al saggio Al di là del principio del piacere. Insomma, in tal senso mi piacerebbe lanciare una lancia a favore di letture di questo tipo.

Un manga deve indubbiamente intrattenere. Tuttavia, una lettura diventa ricca, anche in termini istruttivi e profondi, quando è in grado di far riflettere il lettore circa un meccanismo psichico di fondo alla base di qualsiasi essere umano. Quando è in grado di smuovere la sua tranquillità e di fargli porre delle domande, di farci riflettere. Riflettere permette agli schemi che abbiamo introiettato, e che si sono trasformati in disposizioni durature, di non determinarci in maniera indiscussa. Solo attraverso la pratica della riflessione è possibile realizzare il passaggio dal know how al know that, da un sapere incorporato e spesso tacito a un sapere dichiarativo.

Conclusioni

Considerando la sua natura effimera, Dur-an-ki si presenta come un’opera incompiuta ma che dimostra, anche già in soli sette capitoli, tutto il potenziale di cui è stata dotata. Dal disegno alla narrazione, dalla caratterizzazione dei personaggi alla trattazione di tematiche profonde ed importanti, dimostra tutta la sua eccezionalità.

Un’opera che avrebbe potuto sicuramente lasciarci molto di più ma che, rimane e rimarrà per sempre, un pezzo della grandissima eredità lasciataci dal grande maestro Kentaro Miura, che ricordiamo con gioia essere stato un grande artista e creatore.

Kentaro Miura

1966 – 2021
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