Da oggi nelle sale Weapons, l’horror diretto da Zach Cregger che sta facendo impazzire la critica. Dopo Barbarian, Cregger torna alla regia per dirigere il film che sta ottenendo il titolo di miglior horror del 2025.
WEAPONS- LA TRAMA
Maybrook, una piccola cittadina dove non succede mai niente viene sconvolta da un evento tragico e misterioso: diciassette bambini escono di casa correndo alle 2.17 di notte. Nessun messaggio, nessuna traccia. I bambini appartenevano alla classe della maestra Justine: una classe composta da diciotto alunni, di cui solo è sopravvissuto.
La scomparsa dei bambini sembra non aver spiegazione ed essere legata a qualcosa di soprannaturale ma nel frattempo iniziano i primi complotti in città che vedono la maestra Justine protagonista.
Dove sono finiti diciassette bambini?

La locandina del film
WEAPONS-PAURA E DELIRIO A MAYBROOK
La cittadina inquietante è l’archetipo per eccellenza della narrativa americana. Dal 1800 romanzi e in seguito film e serie tv hanno contribuito alla creazione dell’immaginario collettivo che vede nei piccoli sobborghi americani il teatro perfetto per tragedie e follie collettive.
Uno degli esempi più esplicativi è sicuramente IT (Il romanzo non il film…) di cui Weapons in termini di ambientazione a atmosfera ne raccoglie l’eredità. Proprio come il re dei romanzi horror, Cregger riesce a inquietare attraverso il mistero e il clima cupo.
UN INCUBO A OCCHI APERTI
La storia fin da subito si presenta come un incubo a occhi aperti: sparizioni, mistero e figure inquietanti.
Le intenzioni del regista sono chiare fin da subito: agli spettatori vuole far vivere un incubo a occhi aperti. La storia, infatti, per gran parte del film si traveste da thriller e mistery per poi terrorizzare lo spettatore a piccole dosi. Un incubo destabilizzante.
A renderlo ancora più inquietante è la voce infantile che introduce il film. la storia inizia infatti con un voice over di un bambino che racconta la vicenda. Questo piccolo e apparentemente insignificante dettaglio ha in sé una grande eredità culturale: il racconto orale delle storie. Il rito di passaggio che ogni bambino e adolescente affronta: quello delle storie di paura.
Anche nei dettagli, Cregger torna alla radice, al vero horror.
Julia Garner in una scena del film
WEAPONS- UNA NARRAZIONE TARANTINIANA
Weapons ha colpito la critica non solo per l’elemento horror ma anche e soprattutto perché al di là dei generis è un gran film. La linea narrativa scelta da Cregger è multiprospettica e episodica, una narrazione tarantiniana che segue diversi punti di vista dei cittadini che in un modo o nell’altro sono coinvolti direttamente nella vicenda. La regia ci porta quindi a seguire gli stessi avvenimenti da punti di vista completamente differenti e lo fa con maestria: la prospettiva cambia e con essa anche la reazione dei protagonisti. Tutte le storie sono perfettamente intrecciate e ordinate in un climax di tensione crescente.
Interessante poi la scelta dei punti di vista: insegnante, preside, poliziotto, padre, tossicodipendente e bambino. Sei personaggi aventi ruoli completamente differenti all’interno della comunità ma con intrecci comuni inaspettati.
La narrazione ricorda Tarantino, l’atmosfera misteriosa e surreale evoca Lynch e il carattere profondamente americano della storia riprende Stephen King. Tuttavia quella di Creggers è un’opera originale; non copia dai grandi e allo stesso tempo non cita direttamente ma mescola elementi derivanti da una grande cultura pop e folkloristica in modo inaspettato e incredibilmente funzionale.
WEAPONS- COSA FUNZIONA
Oltre alla sceneggiatura e alle scelte stilistiche di regia, Weapons offre una lezione importante: less is more: meno è meglio. Meno jumpscare, meno forzature, perfino meno effetti speciali. Solo il necessario una storia che funziona, personaggi approfonditi, un’ottima colonna sonora, immagini evocative e come in ogni buon film un grande cast. Julia Garner, Josh Brolin, Alden Ehrenreich, Austin Abrams, Amy Madigan e il giovanissimo Cary Christopher sono perfetti per i ruoli che interpretano con grande intensità.
Josh Brolin in una scena del film
IL FINALE (NO SPOILER)
Lo spettatore arriva al finale con una curiosità famelica: qual è il mistero dietro a tutto?
La scena finale è epica, prettamente horror anni ’70-’80. Probabilmente dividerà il pubblico, forse non più abituato a questo tipo di conclusione o forse proprio per questo verrà elogiato all’unanimità.
Cregger ci ricorda che è possibile tornare al terrore, quello vero che elimina fronzoli e jumpscare forzati ma che sviscera le paure dello spettatore. Come King aveva fatto con IT, Cregger con Weapons ci mostra cosa vuol dire trovarsi faccia a faccia con il male.
Weapons è al cinema: correte a vederlo nel buio della sala.
Weapons | Trailer Ufficiale – YouTube
Trailer ufficiale del film