Ghost Rider Danny Ketch: la recensione

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In Breve...

Un ritorno nostalgico a gli anni '90 con una storia godibile ma che non entrerà negli annali.

Grazie agli amici di Panini Comics abbiamo avuto modo di leggere la miniserie in quattro numeri Ghost Rider Danny Ketch. La storia scritta da Howard Mackie e disegnata dall’australiano di chiare origini italiane Daniel Picciotto, viene proposta da Panini nel classico formato Marvel Collection.
Il breve arco narrativo si colloca nel filone delle operazioni nostalgia fatte da Marvel Comics negli ultimi anni, con gli autori anni 80/90 che tornano a scrivere i personaggi che hanno creato o sui cui hanno scritto cicli iconici. Tali storie infatti si collocano nella continuity di allora. Ecco dunque la nostra recensione senza spoilers !

Una breve sinossi

Uno sguardo indietro, alla nascita dello Spirito della Vendetta! Una guerra tra bande sta scoppiando a New York e Danny Ketch si trova preso nel mezzo. Una nuova, potente minaccia si staglia all’orizzonte e sarà necessario il ritorno di una vecchia conoscenza: Johnny Blaze! Il cocreatore di Danny Ketch, Howard Mackie, torna a scrivere le sue avventure!

Ghost Rider è tornato!

Leggendo il volume come ci si poteva aspettare si respira una certa nostalgia per gli anni ’90. La storia non è di quelle che rimarranno negli annali ma si lascia leggere. Ogni generazione ha il suo Ghost Rider preferito e Danny Ketch è sicuramente indelebile nella memoria dei lettori più navigati. Ritrovare il proprio beniamino nel proprio periodo d’oro è un’esperienza gratificante per qualsiasi lettore di fumetti e i lettori di Ghost Rider a tal proposito non fanno certo eccezione.

A tal proposito la storia non si sforza nemmeno di assumere uno story telling moderno, ma ricalca perfettamente gli stilemi narrativi dell’epoca. Molte mazzate, tanta azione e uno spirito della vendetta diviso tra la vita da civile e quella da Rider. Premesse semplici che fanno da base ad una trama abbastanza lineare ma per questo abbastanza godibile. Di fronte a fumetti contemporanei spesso eccessivamente complicati nelle trame, con continui rimandi e trame arzigogolate questo volume è quasi una boccata di aria fresca. Vedere i due Ghost Rider (Danny Catch e Jonnhy Blaze) collaborare fa sempre un certo effetto.

La storia assume inoltre delle piacevoli tinte horror/splatter con un villain molto figo collegato all’universo mutante.
Il più grande difetto è legato invece al finale. Infatti si ha la sensazione che questa miniserie dovesse durare un numero in più e che tutto sia stato chiuso troppo velocemente. Nonostante ciò la storia resta coinvolgente e scorrevole.

I disegni

I Daniel Picciotto sono molto “classisici” nel senso che con il suo tratto sporco le sue tavole sembrano uscite direttamente dagli anni ’90. Certo in quel lungo decennio lo stile è degenerato fino ad una incredibile ipertrofia, ma lo stile di Piccioto è debitore dei primi e migliori anni novanta. Il suo Ghost Rider è molto bello da vedere visivamente, nonostante va detto disegnarlo bene non è mai facile. Il disegnatore da il suo meglio senza dubbio nelle scene d’azione. Certo qualche tavola a volte è meno a fuoco, ma nel complesso il risultato è molto gradevole, anche grazie ad una buona colorazione e il giusto equilibrio tra dettagli e pulizia della tavola.

A chi è rivolto questo volume su Ghost Rider?

Un volume che può avere un doppio pubblico di riferiemento, i nostalgici lettori navigati oppure coloro che volessero approfondire un Ghost Rider magari a loro meno noto. Come primo approccio a Ghost Rider invece non lo consiglieremmo, perché sul personaggio c’è decisamente di meglio e la storia entra a “piede teso”. Infatti pur ripercorrendo brevemente le origini del secondo Ghost Rider, la storia da per scontati tutti gli avvenimenti della continuity dell’epoca.
Tirando le somme Ghost Rider Danny Ketch è un volume promosso e che ci ha messo tanta voglia di rileggere le storie classiche sul personaggio. Chissà che non arrivi un bel omnibus ?

In generale queste operazioni nostalgia oltre che piacevoli sono forse anche necessarie. Infatti la Marvel dovrebbe riscoprire le proprie radici per costruire un futuro più radioso.

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