Suiciders: la recensione

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Autoriale, maturo e crudo Suiciders ci pone di fronte ad uno scenario post apocalittico che funge da cartina dei lati più oscuri della nostra società. L’opera vi catturerà per il suo ritmo narrativo incalzate e per i disegni pazzeschi.

Un terremoto conosociuto come the Big one, ha devastato la costa occidentale degli Stati Uniti. Los Angeles è stata distrutta. Al suo posto è nata New Angeles, una città stato protetta da mura invalicabili. A guidare questa città vi è un’industria culturale, brutale che vede nei Suiciders i suoi begnamini. . Chi si nasconde dietro l’identità de il Santo, il più grande combattente che la città abbia mai consciuto?

La distopia

La distopia, come genere letterario nasce come degenerazione dell’Utopia. Se quet’ultima descriveva un mondo ideale, che doveva fungere da modello verso cui tendere, la Distopia invece si pone a gli antipodi. Questa infatti parte da alcuni elementi di realtà, esasperandoli, nel tentativo di analizzare le estreme conseguenze che, la degenerazione dell’attuale status quo, potrebbe produrre. In tal senso Suiciders è una distopia resa tramite il medium fumetto.

Il Terremoto e il muro

La possibilità che un grande terremoto investa la costa orientale degli Usa, è oggetto di dibattito dei geologi da diversi anni. Dunque che qualcosa di simile a quanto descritto nel fumetto si realizzi nel mondo reale non è del tutto improbabile. L’elemento distopico scatta sul piano delle conseguenze. La città devastata, infatti viene abbandonata, la parte più ricca si isola dal resto del mondo per mezzo di un muro. Impossibile non notare in fumetto del 2015, chiari riferimenti alla politica americana. Il tema del muro tra Usa e Messico, viene riproposto in scala microscopica in California, la regione più ricca degli Usa al centro della cosidetta sun belt. Chiaro che Lee Bermejo abbia voluto toccare un tema assai scottante della politica americana.

Sconfinatori

Sella questione muro non vi avesse convinto, vi basti pensare che si parla anche di clandestini. Spesso descritti nel fumetto come straccioni ispanici, questi sconfinatori, tentano di attraversare il confine per cominciare una nuova vita, nella parte ricca. L’osotacolo principale sono ovviamente i soldati che presidiano il confine, e che non vogliono gente da oltre il muro.

Industria culturale

A reggere l’economia di New Angeles, vi sono dei giochi gladiatori in salsa post apocalittica. I suiciders, sono i begnamini delle masse. Un enorme giro d’affari e di interessi oscuri ruota intorno a gli scontri all’ultimo sangue, tra gladiatori potenziati. Il protagonista della nostra storia, il Santo, è il più celebre di questi combattenti. L’industria culturale è il vero motore della città, tantacolare e radicata detta i ritmi di tutto ciò che accade a New Angeles, con il solo scopo di accumulare ricchezza e potere.

La bellezza e l’appartenenza

Nella città come detto non sono ammessi sconfinatori, trattasi dunque di una città stato, chiusa. Ma soprattutto chi vi vive deve essere perfetto. Non sono ammesse mutilazioni o difetti fisici, dunque si fa amplissimo ricorso alla chirurgia plastica. Anche qui un elemento tipico dellla società attuale, dove l’apparire conta molto più dell’essere. Il tutto però viene esasperato, per fare critica sociale.

Lo stile narrativo

La storia è racccontata seguendo parallelamente due distini protagonisti, che per motivi che risulatano chiari solo nel finale, non si incontrano mai. Il primo filone narrativo ci racconta de il Santo, il più grande di tutti i Suiciders, reso grande dall’industria culturale che lo manovra nell’ombra. Dietro la maschera del successo e del lusso, si nasconde tuttavia, un animo fortemente insoddisfatto. Acclamato dalle masse eppure infelice, il Santo è un uomo senza passato, che fa fatica a trovare una sua dimensione. Tanto insoddisfatto e infelice, da voler dare un taglio a la vita che gli è stata cucita addosso. Presto però si renderà conto di non essere nella posizione di sceglire, senza pagare il costo delle più estreme conseguenze. Il secondo filone invece segue lo sconosciuto sconfinatore che non parla bene inglese, ma che ha muscoli prodigiosi e una grande voglia di ricostruirsi una vita, facendo carriera come suicider. Un personaggio all’aparenza banale, ma in realtà tridimensionale e drammatico. Le due storie apparentemente slegate, si rivelerrano nel corso della storia intimamente connesse. Lo stile narrativo diacronico a tratti può risultare difficile da seguire, ma serve a preservare la sopresa finale, che vi lascerà sbalorditi.

Apolittico ma non solo

Al contesto post apocalittico, si aggiunge anche un gusto crime e pulp, che accompagna la narrazione. Vicoli oscuri, complotti, intrighi, giochi di potere, omicidi sono all’ordine del giorno a New Angeles. Quetsa commistione di generi, contribuisce a rendere la storia ancora più accativvante e godibile. Chi si nasconde dietro l’identità del Santo? Quali interessi sono in ballo?

Disegni

Lee Bemejo. Serve aggiungere altro ? Io non credo. Ogni tavola è un quadro. Lo stile quasi pittorico, dell’autore completo di Suiciders è inequivocabile. Emoziona, sconvolge, rapisce. Calza perfettamente con la storia narrata che ha un piglio sicuramente cinemeatografico. Il consiglio è quello di soffermarsi su ogni tavola, per studiarle nel dettaglio e coglierne la ricchezza stilistica e i dettagli nascosti.

Citazioni all’universo DC

Oltre alle solite citazioni più o meno nascoste, all’universo DC che siano tramite una maglietta o una menzione nei dialoghi, c’è una citazione forte. Questa è alla Saga Batman terra di nessuno, che investi l’universo batmaniano nei primi anni 2000 mila. Questo mega evento, vedeva Gotham colpita da un terremoto devastante, abbandonata del governo federale e isolata del resto degli Stati Uniti. I parallelismi con Suiciders non mancano.

Conclusioni

La storia è pazzesca e i disegni pure. Non solo, è anche autoconclusiva, e ciò non è poco. Certo a maggio uscirà un secondo volume, ma che non inficia la completezza di questo totalmente autosufficiente. L’edizione è brossurata, ha un prezzo dunque abbastanza competitivo. Cosa chiedere di più? Il 5% di sconto nella vostra fumetteria di fiducia, ovviamente ! Un incentivo ulteriore per non perdersi questa perla. Alla prossima recensione!

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